Sono giorni che scrivo poco su questo blog. Troppi impegni.
La nascita di
ComicOut, chiaramente, richiede partecipazione e riunioni... lavoro.
Da una parte sto di buon umore, mi pare che nascano cose nuove, che la grande depressione crei reazioni, non solo nel fumetto. Dall'altra non vedo grossi cambiamenti, è evidente, stiamo ancora e sempre più nella melma e intanto fatico.
La sensazione, su tutto, economia, industria, libri e fumetti, è che bisogna trovare nuovi modi di muoversi.
Uno di questi nuovi modi è internet.
L'altro giorno ho disegnato, per caffè a colazione, un'immagine che collega i vecchi frati amanuensi a chi oggi lavora al computer... siamo in celle e i libri o gli i-book sono finestra verso il mondo fuori.
La rete sta acquistando una sua forma. La vedo come un enorme mostro di Miyazaki, che si modifica e cresce e cambia pelle, cambia addirittura natura.
Internet è ormai soprattutto social network, ma anche tecnologia, rapidità, distanze accorciate.
Se per un autore è possibile lavorare in qualsiasi Paese "civile" (cioè fornito di una rete funzionante), questo significa che non solo l'autore può abitare dove gli pare, ma anche l'editore o datore di lavoro. Ancora poco, molto poco, molto lentamente, ogni editore potrà scegliere in un bacino autoriale gigantesco, e viceversa gli autori (se parleranno l'inglese) potranno offrirsi al mondo. Succede, ma non abbastanza rispetto alla potenzialità che cova.
Prodotti digitali poi si possono vendere in tutto il mondo (ma anche i cartacei o fisici volano veloci, acquistati da lontano).
Un esempio banale, sto collaborando per ComicOut con un giovane autore africano, che era apparso su Animals, non ho dovuto cercarlo di nuovo, ha visto lui, in tempo reale, la nascita di ComicOut.
E per
COMICSweb, appena partito, abbiamo già il fumetto di una ragazza cinese.
Ok, devo imparare l'inglese, il francese e quel po' di spagnolo non mi bastano più.
Non so come e QUANDO lo farò.
Sì, per il momento la lingua è l'ostacolo maggiore, un libro deve essere tradotto, un fumetto pure (la musica no, fortunella), ma il grande ragno avanza.
Per ora il web è prima di tutto promozione. Non esattamente pubblicità, non solo recensione.
Quanti lettori, sui 50.000, 100.000 di una rivista leggono la recensione su di voi? 1/10? Siamo generosi e diciamo di sì. A quanti è interessata un poco? forse 1/10 di quel decimo. Ma tra quei 500 quanti hanno pensato che potevano leggerlo? forse la metà. Poi però si tratta di andare in libreria e trovarlo. se quella recensione porta 50 lettori è una buona media.
(di più se la tiratura e più alta e se il libro coincide con la "cultura" di quei lettori o la recensione era convincente)
In rete c'è tanta fuffa, distinguere, trovare, fermarsi a leggere quello che si segnala con un cuoricino, un i-like, un twit, non accade spesso. Però. Però le recensioni girano, letta una si balza a un'altra, si clicca e sfogliano pagine del libro, magari si va sul sito e si compra subito.
C'è chi cerca soci a modico prezzo, o donazioni per sistemare i conti:
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immagine pro RAV |
Facebook è più utile come tamtam per condurre ai blog, che per la vendita, fa community ma solo ora pare si venda
direttamente su FB (novità del giorno), mentre twitter? Un'altra rete, informativa, ma gli editori ci sono quasi tutti, saranno seguiti solo però se portano cultura e informazioni, oltre ai loro titoli, e vale lo stesso per gli autori (sono fiera oggi di twit, grazie allo
Spazio Bianco)
Stanno capendolo gli editori e anche gli autori, che sempre più fanno lavoro gratuito per autopromuiversi, ma anche per comunicare con i lettori.
Gli editori intanto si inventano premi alle recensioni, scambi, link, concorsi, giochi... tutto purché CHIUNQUE recensisca un loro libro rimandando il lettore al sito dell'editore.
Ecco un esempio francese, in cui l'editore
Dargaud spiega anche al blogger meno esperto come portare dalla recensione al sito della casa madre. Ma è solo uno dei tanti. In Italia Rizzoli Lizard ha subito cominciato a fare concorsi per la miglior recensione online (rivolgendosi a tutti i lettori), e altri hanno seguito (non solo nel settore fumetto).
I premi in rete sono quelli dei lettori (recenti i prize 211 di
Comicus)
Chiunque, perché il recensore non ha più autorità conquistata ufficialmente, il recensore è quello di cui mi fido (cioè che ha i miei gusti). Lo confesso, a me succedeva per delle recensioni di film da vedere in TV, ma mi capita spesso (sebbene mi fidi di più di sensazioni personali, sbirciate veloci e cose del genere, tra cui titolo e copertina) di sentire più il parere di un amico che ha gusti in sintonia con i miei, piuttosto di quel che ne dice la stampa.
Ecco.
Boh, tutte queste parole per dire solo che oggi l'editore si promuove con ogni mezzo e con ogni blogger. La rivincita dei non "laureati", di chi non è ufficializzato. Forse la rivincita anche di chi riesce a diventare autorevole, per spocchia o per qualità.
Mi piacerebbe se nei commenti (se ce ne fossero) si segnalassero recensori affidabili (per il gusto personale) del web. grazie. per ora io mi fido di naso, copertina, titolo, una sfogliata veloce e qualche amico fidato.