C'è un noto blog molto carino, Ciucci, che fa vedere i disegni degli autori da piccoli. Scoprire i propri disegni fatti in età dell'innocenza o nell'età dei cambiamenti turba il soggetto stesso, immaginate dunque che sia per un occhio estraneo.
A 9 anni, guardando la tv disegnavo paesaggi western come quelli dei telefilm...
Avevo 12 anni quando disegnai coscientemente di fumetti, che poi fumetti non erano, in quanto storie a riquadri con didascalie, riduzioni di favole e leggende (ma già da tempo mi raccontavo storie disegnandole disordinatamente con la biro in fondo ai quaderni, inventando dialoghi muti per teste e personaggi disegnati mentre fingevo di studiare.
A 12 anni però cominciai a guardare e copiare la realtà, se qualcosa lo richiedav, per esempio la vanità di un'amica...
A 14 cominciai a fare fumetti... A 16 Pratt mi disse che ero brava a fare schizzi... ancora oggi è la cosa che mi riesce meglio... sarò schizzata (e disordinata) e questo non si cambia.
Disegnare a quell'età è tastare il terreno.
E più o meno si vede che altri futuri disegnatori facevano così... e probabilmente, solo che non lo sappiamo, magari in misura minore lo facevano anche persone che poi son diventate vigili del fuoco o filologi o musicisti. Per dire (e non mi sbaglio, vi assicuro che questi esempi non sono casuali).
Basta leggere le due autobiografie pubblicate dai Topipittori ... in particolare mi sono identificata in Tuono, nonostante sesso e generazione differiscano... siamo stati ragazzi e adulti siamo ancora giovani ai nostri occhi che invecchiano.
Ora son partiti i corsi di fumetto online, alcuni da poco e alcuni da un po' di più.
Per la prima volta c'è il corso Young Comics, rivolto a ragazzi tra i 12 e i 18. Tutto partì da una madre e un ragazzo al Comicon a Napoli durante una presentazione/lezione con Rrobe Recchioni . L'idea mi parve buona, poi cominciarono a tremarmi i polsi... che dire online a ragazzi probabilmente molto diversi? Come fare a spiegare senza il calore umano della diretta? E poi con livelli certamente disuguali...
Invece ecco, alla partenza il corso si dimostra non solo fluido e tranquillo, ma stimolante... per me dico! I ragazzi portano informazioni nuove ed eterni pensieri, io a scrivere per loro oso di più invece che semplificare!
La sensazione è che si impara sempre, ma che c'è un'età in cui si cattura tutto... non è l'apprendimento dell'adulto: sono lupi, io lo ero, sono giovani lupi, ma adulti al tempo stesso.
Soprattutto è tra i 12 e i 15 che la maggior parte di noi umani decide che cosa vuol fare, poi lo lima, perfeziona, corregge il tiro... il musicista futuro, magari sta decidendo quale delle due strade seguire, le tasta entrambe prima di scegliere assaggia.
Il vigile del fuoco pensa forse che sia lavoro più adulto fare fumetti... poi cambia opinione, il filologo futuro ancora non sa che cosa sia filologia, comincia a leggere più avidamente, ma ancora disegna... e poi ci siamo noi altri, che continueremo a disegnare, fumetti o cose simili.
Quella è l'età in cui ricevere imput diversi, per non arrivare poi a guardarsi indietro con la sensazione di aver perso occasioni. Non serve proprio una scuola, ma incontri (la vita, amico, è l'arte dell'incontro...) dopo vengono i corsi, la fatica e il divertimento, la passione e il lavoro.
Noi impariamo da noi stessi, dai nostri giochi e dal sudore sui segni, dall'applicazione e dalla costanza, ma anche dallo sguardo degli altri e sugli altri.
Se non avessi incontrato Hugo Pratt, Dino Battaglia e Guido Buzzelli non sarei finita nel calderone del fumetto, non mi sarei ostinata. Così se non avessi incontrato il gruppo delle Strix e Fabio Visintin e altri, e poi Antonio Tettamanti e Lorenzo Mattotti e poi gli altri a seguire (la vita amico è l'arte dell'incontro ).
Per questo abbiamo fame di incontri più che di lezioni, insomma lo capiamo che si impara in molti modi. Ecco perché c'era questo pubblico bellissimo all'incontro dei primi di ottobre a Roma, all'Auditorium, con Leo Ortolani. (questa domenica Milo Manara e il 4 dicembre Gipi)...
300 persone di tutte le età. C'erano anche ragazzini di 10 anni, e adolescenti e giovani e adulti.
Leo ha disegnato...
...mostrando gli errori che rischia di fare...
i suoi fan erano lì, a chiedere dediche... ma qualcuno gli ha portato un regalo:
Ci sono fumetti che non hanno confini di lettori. Che poi sono confini che decidiamo noi.
Hugo Pratt, quando avevo 16/18 anni io, lo leggevano anche ragazzini più piccoli, a 10 anni lo leggevano, eppure veniva pubblicato su Linus e scoperto da un pubblico adulto e colto.
Il Corriere dei Piccoli raccoglieva lettori dai 6 anni in su, fino ai 14, le divisioni in classette, per le letture, non fanno bene. La sorellina di un mio amico, leggeva a 9 anni le 110 pillole di Magnus assieme a Cioè.
Abbiamo sempre guardato oltre, e guardano oltre i bambini, i ragazzi, i giovani... spesso siamo noi, stanchi dal lavoro, impigriti, a fermarci. Ma guardare oltre è sempre qualcosa di appassionante. Un'avventura.
Young Adult, così si definisce il pubblico per le storie come quella scritta ora da Tito Faraci, Oltre la soglia, o il grande successo di Harry Potter. Sono solo gli editori, i venditori, che cercano etichette.
Il lettore lo sa, allunga la mano, prende il libro e, se gli piace, legge e non si ferma più.
Penso xrò che la maggior parte delle persone non fa il lavoro che sognava a 15 anni....Sarebbe l'ideale ma a me non sembra proprio così, anzi tuttaltro vedo talenti sprecati dappertutto in lavori che ne mortificano la loro natura.
RispondiEliminaQu'un type comme Leo Ortolani soit inconnu en France, ça me dépasse...
RispondiElimina@gg vero, qualcuno ci riesce perché si è sbattuto di più da subito, qualcuno è stato sommerso suo malgrado. Anche a fare il mesteire re che appassiona non è tutto appassionante, l'importante è 8è un po' zen) fare bene quel che si fa, qualunque cosa sia. Meno zen è anche lasciarsi uno spazio per altro, qualunque cosa sia... io – magari – cucinare per gli amici, o fare un disegno (o poesia) al giorno per me sola.
RispondiElimina@Totoche c'est drolement vrai! J'éspère que Panini fait un effort pour proposer Ortolani au lécteurs français, nous avons un humor très proche :)
Il corso dei giovani sarà sicuramente più stimolante dei vecchietti big che rincorrono un sogno di quando erano bambini o lo fanno per puro diletto, c'è chi a famiglia, chi un lavoro avviato, è difficile o impossibile (poi in tempi di crisi) abbandonare tutto (avendo le capacità, ovvio).
RispondiEliminaI giovani invece ci credono, hanno tempo da dedicare e la dose di giusta follia adolescenziale.
@Finello, no, son due cose diverse. I giovani hanno disegni acerbi, promettono e però (questi) hanno la testa pronta, allora pensi che i loro acerbi disegni potranno prendere la strada giusta.
RispondiEliminaVoi vecchietti BIG del secondo anno adulti avete dimostrato una mobilità mentale e una testa bellissimi. Ogni classe ha la sua storia e non intendo classe di nascita ma proprio gruppo casuale che si forma nelle scuole. Zac, anno splendido, ZAC anno pigro... è così. Qui parlavo anche di noi da giovani, dei lettori che dovremmo crescer con fumetti BELLI oltre che adatti a varie età...