martedì 6 novembre 2012

Cioè mo' siete in tanti?

Ora che penso di chiudere il blog per non andar via di cervello e di concentrarmi su uno solo che riunisca le mie ricettine (latitano pure quelle in questo periodo) e le mie cose di fumetto... mo' dico, mi ritwittate, ribloggate, leggete e siete qui a curiosare?

Ora vediamo... tanto ho trovato il mio salvatore che di web ci capisce.
Però visto che ve l'avevo annunciato, ecco il mio libro su Pratt.

Hugo Pratt, le lezioni perdute, è edito dalla novella casa editrice Mompracem (sito ancora in costruzione) del gruppo LIT (per intenderci quelli di Elliot e di Arcana... che Elliot a me piace molto, ma Arcana può pure non esitere, che io potevo nascer sorda e mi andava bene lo stesso... musica xme niet).
Insomma il libro è uscito in gran bella compagnia.
A parte (e dico niente) la assai notevole autobiografia di Moebuis(Giraud), gli altri 2 libri usciti sono di 2 carisismi amici: Franco Saudelli (il suo Porfiri in versione completa) e Filippo Scòzzari con un'integrale di Suor Dentona, che è un personaggio che amo tanto che c'ho pure la giacca dipinta a mano dall'autore, tiè!
Ma tornando al mio, questo libro su Pratt è figo. Sì, ne vado orgogliosa, sebbene abbia scritto poi non tante parole. Perché ne ho unite e collegate e trovate tante, e le ho ben intrecciate con grandi immagini, che vengono in buona parte dalle schede, mai pubblicate in Italia, della Escuela Panamericana de Arte, i corsi per posta (un po' come faccio quelli per internet io), in copie anastatiche.

Ma poi sono sbucate fuori tante cose, attraverso i miei ricordi e quelli dei suoi amici, allievi, collaboratori.
Avendo cominciato io a causa di Pratt, e avendolo conosciuto a 15 anni (io) dopo la Ballata, e avendogli rotto le palle con i miei disegni e storie per vari anni, ho risvegliato ricordi e lezioni che ho percepito, che mi erano entrate (non molto sfruttate ahimè), che hanno fatto da collante alle parole e alle immagini dello stesso Pratt e degli altri. E sì, è ancora oggi un grande maestro, e sì, ci si commuove e si sente la forza che ha avuto qaundo, a 25 anni era già un eroe del fumetto argentino, come ce lo racconta José Muñoz a voce e in una storia a fumetti, disegnata con amore.
E ci sono molti spunti su cui sto soffermandomi, perché fare questo lavoro mi ha smosso memoria e pensieri... chissà se anche le mani.


domenica 28 ottobre 2012

ULTIMO DAVVERO...

Non faccio al lupo al lupo...
questo è un post-post

Ma prima di Lucca qualche annuncio lo devo fare anche qua:
ComicOut, l'associazione e casa editrice di fumetti, che presiedo, sarà a Lucca Comics, allo stand E403 al Padiglione del Giglio (proprio ad angolo sul lato davanti al teatro).
Inoltre presentermo sia il volume nuovissimo su Dave McKean, che l'opera completa Valentina Mela Verde, conclusasi col n.4
Ma di mio esce anche un volumetto a tiratura limitata, tratto dai miei caffè a colazione, e dediicato ai libri, ai libri di carta (un saluto? Un augurio? un passaggio... ma certo non un addio alla lettura).

Poi ci sono vari incontri, giovedì disegno e poi sia al Museo del Fumetto, ma trovate tutto sul blog di ComicOut.

Un'altra notizia "personale" è che ho firmato un libro che penso sia importante, o magari farà discutere. Per una neonata casa editrice: Mompracem.
Ho conosciuto Pratt che avevo 15 anni (e non fate quelle facce... non era interessato a tutte le rahazzine!), per qualche anno lo incontravo periodicamente, alla bisogna, nella sua casa di Malamocco, o in piazza San Marco, o in giro per Venezia. Gli mostravo disegni e lui incoraggiava e criticava.
Non so oggi se – non ci fosse stato Hugo Pratt – io allora avrei lottato contro il liceo classico e il posto in banca.
Per questo non finirò di essergli grata. E per la rivoluzione che fu Corto Maltese.
Oggi seguo poco le sue strade, ho imparato di più da Grazia Nidasio, ma alcuni valori assoluti, alcune regole di mercato e convivenza me le ha dette lui. E forse non le ho seguite abbastanza.
Questo libro glielo dovevo. Era una lotta da fare.

Perciò ne parleremo... quando lo avrete in mano.
L'incontro su questo è per domenica mattina, assieme a Francesco Coniglio che ha dato la spinta per il lavoro e a Silvina, la figlia che vidi quella volta, io avevo 15 anni, lei 8 ed era timida come i bambini simpatici. Ne parleremo assieme, e credo che, assieme a Luca raffaelli, sarà un modo diverso di parlarne.

Per il resto, corsi, notizie, libri, andate sul sito e sul blog.
Per quello che riguarda me, ci vediamo in cook and comic book...
addio davvero su questo blog! Sento che stanno cambiando delle cose pe me e per le cose che faccio... dunque è giusto cambiare anche i luoghi.
Buon fumetto a tutti! E vediamoci a Lucca (E403)

lunedì 1 ottobre 2012

Adiòs

Questo blog vuole unificarsi a quello che lo ha preceduto e che si annoia, perché non di solo cibo vive l'uomo, ma da tutto quello che gli viene dalla carta, dallo schermo e dall'etere. ùDopo questa frase quasi evangelica, vi lascio con un solo messaggio molteplice e monolitico:
Il fumetto, il fumetto belo e anche il fumetto un po' scemo, è un linguaggio importante, utilizza immagine e parola attraverso il racconto.
Arte narrativa sfrutta due diversi codici e possibilità espressive. Queste misturee portano a un'arte pover e raffinata che si sta evolvendo.
Io me ne occupo al 90 % delle mie occupazioni, poi mi interessano i libri, i prodotti per ragazzi, la cucina...poi al di fuori, la vita e l'umanità. Che se non ci fosse quella (la vita e l'umanità) fumetti, libri e cucina e altre arti non avrebberosenso.

Perciò vi la scio con qualche info:
ComicOut , un'associazione culturale che è anche casa editrice, con un BLOG,  sito, un programma e ci sarà a Lucca Comics (tendone del Giglio).
I Corsi di Fumetto (manga, sceneggiatura, illustrazione...) online, con sito e blog cominciano da ottobre in poi e si seguono da casa con professori veri con cui discutere, tutti grandi professionisti.
La rivista Scuola di Fumetto, attiva da tanti anni e che vi aggiorna col blog
Il mio blog/tlog personale dove ogni giorno posto un disegno (il tempo di un... caffè a colazione), e farebbe bene anche a voi fermarvi ogni giorno a fare un disegno, una scritta, una foto, quel che volete, che abbia un senso...
e infine...

Il mio blog che unirà anche quello che scrivevo qui, parla di cucina ma anche di fumetti, e i fumetti ci sranno di più. Dunque passate di là...
e per farvi da "trapasso" qui vi parlerò di cucina...
Prima di tuttio mescolo le carte in tavola e condivido con voi un sito molto divertente. Troverete ricette con le salsicce e indovinelli e filosofia e fumetti...



Poi passiamo ai maiali...
Nel fumetto ce ne sono molti, dai 3 porcellini disneyani alla, non proprio fumettistica, ma illustrata Olivia.
Mentre vi lascio anche la sua animazione qui , vi suggerisco un modo di mangiare il salume:
Trovo che il prosciutto crudo sia spesso un po' saporito e salato.
Il pane è necessario, ma il gusto si intona bene con la frutta. Non ci crederete, am oltre al classico melone e ai fichi, potete farvi un gustoso panino unendo al prosciutto qualche fettina di bana!
Se invece volete stare sul salato e occorre ammorbidire un po' il pane/prosciutto, non ricorrete al burro, ma a un grasso super-vegetale e non trattato: l'avocado! Avocado, prosciutto crudo e un po' di pabne, un abbinamento perfetto!
Lo so, non sono vere ricette, ma la cucina nasce prima dagli abbinamenti che dalle eleborazioni, un po' come il fumetto.
Dal binomio fantastico nasce la storia, dal rapporto tra personaggi il senso del racconto, dalla contrapposizione di immagini la vignetta e l'azione. Poi arriva il resto. Il colore, gli aromi, i dettagli e lo sviluppo del racconto.
Cucinare una storia è prendere gli ingredienti e mescolarli sapendo cosa vogliamo ottenere, che tipo di piatto, che sapori e che finale. Ma lasciandosi anche guidare dall'intuito e subendo al meglio il caso, che cambia qualche sapore, o la densità.
E poi un buon fumetto è davvero come un maiale, non si butta via niente (e neanche da un buon blog.... tutto si può ricirclare e ritumblare)
Dunque a presto QUA cook and (comic)book

martedì 10 luglio 2012

Disegno dal vero e chiudo

Raccogliere qui i miei blog è stato più un casino che altro...
questo dunque, che era nato per una proposta dello Sapazio Bianco, mai poi sviluppata, lo chiudo con l'estate. Per un po' qui vi aggiornerò sugli altri, ma le mie cose da dire sul fumetto si dibideranno in due tranche: quelle più ufficiali, complesse e approfondite (anche personali, eh) su Comicout.blogspot.it
Quelle più personali e cialtrone su cooandcomicbook.blogspot.cit
il mio diario disegnato prosegue ormai per arrivare al quarto anno su caffeacolazione.tumblr.com
Inoltre ora c'è il sito dell'Associazione Culturale Comicout.com
e poi proseguiamo con Comicsweb.blogspot.it dove parliamo della rivista per giovani autori online
e sito e blog di Ascuoladifumetto-online per chi vuole imparare fumetto, sceneggiatura illustrazione e altro da casa.

Gli spazi sono così tanti... e non ho abbanonato ANIMAls.blogspot.it perché c'è un'anima(ls) che aspira a risorgere e potrebbe riuscirci.


Così qui chiudo, anche se mi sono divertita a rievocare il disegnare dal vero che cos'è per me... e forse concluderò ancora qui il discorso a settembre.
Intanto l'altro giorno sono andata a Roma Creativa, una di quelle kermesse che non si sa se hanno uno scopo preciso, ma alla fine creano incontri.
Eravamo lì, prima c'era il Panda, no, scusate Keison Bevilacqua :) che disegnava il suo a Panda piace... e buttava lì battute e idee sempre carine e assai amate dal web alla carta (a quando mucchi di gadget Panda? secondo me spopoleranno).

Poi Mannelli, dico, quello quando si siede e copia una bottiglietta di birra o un pacchetto di sigarette incanta ogni passante, guardate qua:

Poi io, che avevo i miei acquerelli (non quelli ecolinosi anni 80 del concerto) e mi son messa a disegnare uno che guardava sullo schermo che cosa mai avrei disegnato... e da lì è iniziato il mi divertimento e a catena disegnare a sorpresa chi ti guardava che disegnavi.
Ecco che qui appare anche un ragzzo dalla faccia simpatica che poi siamo diventati amici su FB, e lui è campo musica.

Ebbene, secondo me ci incontreremo con lui e i suoi gruppi, perché le scintille nascono da incontri casuali (io sono corsa ad ascoltare i suoi ritmi africani e lui a vedere il mio caffè a colazione) e ci siamo piaciuti, e disegnare dal vero è un po' come suonare, o fare spettacolo, ma con in più che mentre disegni puoi chiacchierare... è successo nelle strade di Napoli, e poi al concerto dei Subsonica e ora qui.
Disegnare amici, è l'arte dell'incontro (per parafrasare Vinicius De Moraes)

nel frattempo, approfittando di varie assenze mie, vi saluto per un po'...

venerdì 29 giugno 2012

dal vero o dalla musica

Allora va premesso che io di musica ne ascolto raramente.
Perché la musica, non ho mai tempo e forse voglia (una volta sì, a periodi) di fare solo quello,
Perché se la ascolto facendo altro scrivendo (dio miooo) disegnano (magari anche) o mi distrae o non la sento in altro concentrata.
Sicché amo il silenzio e la ascolto poco.
Poi per Sherwood a Padova, venerdì scorso sono andata a disegnare al concerto dei Subsonica.

Sono andata pensando che avrei disegnato cose pensate acoltandoli prima e leggendo i loro testi (parentesi 2 immagini avevo precise, la ragazza istrice dagli occhi azzurri e un angelo di passaggio, poi altre sensazioni).

Invece sono andata là e ho cominciato come previsto, ma poi mi sono messa a colorare la musica!
Una figata. Disegnavo dal vero la musica, giuro, tanto che sono esplosi subito i blu della notte e altri colori musicali.
E cercabvo ancora di fare vignette, come si vede... e già però mi pareva di disegnare più il concerto che le storie delle canzoni, anche se la ragazza occhi-azzurri compariva (e pure l'angelo).




Ecco, penso che questo sia disegnare dal vero.

Poi è arrivato uno simpatico, tra i vari che passavano a osservarmi o a congratularsi o solo a salutare, da una bimba sugli 8 anni, a vari generei e età, tra cui un tipo con un grande occhio tatauato sulla gola, e l'ho disegnao così, a colpi di pennello, e quando non ti senti obbligato a essere uguale al vero, a fare un ritratto, allora viene meglio.
Così. Sì, ne sono soddisfatta perché a modo suo gli somiglia (m'ha pure scritto su FB una sua amica che se lo è visto comparire disegnato sullo schermone e le ha fatto uno strano effetto dice... era la realtà sua che entrava in scena senza preavviso, ti sposta la relatà...).


Il disegno lo vedete, e c'era anche una tipa figa con capelli grigi, e occhiali, che non sono riuscita a beccare, e la rasta rossa-fuoco (che poi era stata la cameramen prima), simpatiche, le ho fatte, ma così, più come colori. Invece poi una loro amica mi guarda il disegno, e io comincio a farla, e mentre si avvicinava di quei 3 passi è venuta lei, sputata, giuro, aveva quell'espressione. Non mi era mai succcesso. Lei si avvicinava e io la disegnavo e lei se ne accorgeva. Una cosa troppo buffa.

Vabbè, insomma mi piacerebbe rifarla 'sta cosa di disegnare la musica e la gente se capita, sennò no.
Tanto è piaciuto a loro e a me. 
Ma mica pocco aspettare un anno per il prossimo Sherwood (che ci siamo prenotati)... cercasi musica da disegnare, lo dico in modo ufficiale qua!

(ma la domanda è: è più dal vero il ritratto o lo anche o più il disegno della musica?).

Ciao e non scordatevi del sito di comicout.com che trovate tutto: corsi, libri, riviste e anche le donazioni per il terremoto.

martedì 26 giugno 2012

Intanto guardatevi qua:

questi sono i miei disegni mentra usuonavano i Subsonica! E molti altri concerti e autori allo Sherwood  a Padova!
Sui miei disegni e disegnar dal vivo parlerò...

giovedì 21 giugno 2012

20 giorni!

20 giorni di assenza... e con un sacco di cose da dire ecc ecc...

vorrei continuare il discorso del disegnare dal vero.
Dopo l'esperienza napoletana (bellissima) ci sono molte cose da dire.
Magari vi posto altre due immagini di noi che si disegnava e cominciate a pensarci.




Che dal vero è copiare cose, cercado di rendere come sono, ma è un po' come la traduzione, si deve essere fedeli o capire e metter del nostro?
Tutte e due le cose, come sempre.
Oggi sulla traduzione parlavano assai Tito Faraci e Ippoghigno, era interessante, che il greco debba essere capito, certo (e io non l'ho mai capito, testona), che debba essere interpetato e portato al presente linguaggio è cosa da traduttori molto autori, non da studenti...

così è forse la copia dal vero, ma diversamente dal greco non la portiamo all'esame di maturità. Sicché possiamo metterci del nostros empre, anzi dobbiamo, ma rispettandone il senso, o trovandolo quel senso..

Stop

non ho tempo di approfondire un tema che mi stuzzica e che oggi ho ritrovato in Istanbul, alla prossima settimana!

Un po' di note:
Non ci sarò, ma se siete vicini a Roma non perdetevi il CRACK! i fumetti dirompenti al forte prenestino sono più noti all'estero, in Europa, che da noi... ma questa non è una scusa (se poi oltre a fumetti c'è molto altro, non vi tirate indietro).

DOMANi sarò a Padova, allo Sherwood Festival e di sera ci sarà presentazione mia e poi disegno con i SUBSONICA! Non ve lo aspettavate, vero? userò pennarelli giapponesi e ecoline da viaggio anni 80!



Poi andrò nel weekend a cercare tracce, per disegnare storie e il dal vero sarà più capire un clima che un disegno.
Ma ancora è presto per parlarne.

Poi vi ricordo che continua la vendita di originali e stampe a favore dell'Emilia terremotata (su comicout.blogspot.com), siamo già a 5.580!
Che il sito è finalmente attivo anche con le prime vendite online (comicout.com).
Che Sul sito ascuoladifumetto-online.com si presentano i corsi 2012-2013, con qualche novità.
E che il prossimo numero di Scuola di Fumetto uscirà il 10 luglio...

ma altre cose bollono in pentola (sui siti suddetti), però io qui parlo di disegno e vi saluto, con unas segnalazione interessante. Volete vedervi un film su Edmond Baudoin? Andate qui e prenotatevi, diventando anche soci e sostenitori.

È uno dei nuovi metodi per produrre cose, si è cominciato con i video giochi, e poi la cosa si sta alalrgando. In fondo si fa così anche per certi nuovi autori a fumetti, per questo film mi pare una buona idea, e, per quanto squattrinata almeno quello da 25 euro ci posso stare :

A domani... se siete a Padova e dintorni!

venerdì 1 giugno 2012

Terremoto: Piccoli aiuti su carta....

http://comicout.blogspot.it/2012/06/fumetti-e-terremoto-si-continua.html

Già sono stati venduti originali per 500 euro... attendiamo altre offerte (da devolvere direttamente alla Regione Emilia Romagna, aiuti ai terremotati).
Partecipate e diffondete...


lunedì 28 maggio 2012

Breve... disegnare dal vero a Napoli

Ecco solo qualche immagine...
girare per Napoli con persone che vengono da Napoli e altre città d'Italia, ma anche dalla Spagna, dall'Inghilterra, dalla Germania, da Singapore... e che hanno età da meno di 20 a più di 60. Stare bene. Perché disegnamo. In realtà perché guardiamo (ne parlerò meglio, per ora solo qualche immagine):
Foto di carlo Porrini

Foto di francesco rinaldi

Foto di Francesco Rinaldi

E poi un po' di foto mie e disegni e gente...





e poi ecco caffè a colazione




giovedì 24 maggio 2012

Come sarà? (disegno dal vero - 3)

Oggi si comincia, nel poemeriggio, a aNapoli l'incontro -Workshop sul ritrarre una città. Le architetture e la storia, le rovine e la cultura, le persone e la vita. Tutto crea una città.
Io disegno dal vero perlopiù viaggiando. Ma non capita spesso di farlo nel momento stesso.
Ci sono momenti diversi.

Le pause.
State al caffè sedutri coi piedi gonfi dal camminare, o vi trovate dei gradini all'ombra nell'ora della pennica, o un parco, un molo, una piazza in cui avete voglia di fermarvi e guardare che accade (o berci un aperitivo). Siete al mare in una lunga giornata di spiaggia, tra un bagno e l'altro... Allora, per noia e per divertimento, per non dimenticare e per svolgere i pensieri diversi COPIATE.
Le interazioni
Come sopra, un po' meno al caffè, arrivano i bambini, la vecchia, i giocatori di carte, il barista. Interagiscono con voi che disegnate. Magari si fanno ritrarre, commentano. Con gli adulti in genere non dura molto. Dice Simonetta Capecchi che a Napoli succederà.
Come sopra, un po' meno al caffè, arrivano i bambini, la vecchia, i giocatori di carte, il barista. Interagiscono con voi che disegnate. Magari si fanno ritrarre, commentano. Con gli adulti in genere non dura molto. Dice Simonetta Capecchi che a Napoli succederà.
Le folgorazioni
Camminate, viaggiate, siete perlopiù turisti, e vedete una cosa bellissima. E c'è modo di fermarsi. E vi fermate e disegnate. Raro momento prezioso.
A volte accade anche a casa, o sotto casa. Una luce, un cielo, un telone che sbatte al vento...



Un po' per compito
Vi siete ripromessi di disegnare in giro, in viaggio. Allora appena qualcosa vi appare disegnabile vi fermate, a volte rapidi, a volte trovate la scusa del caffè, oppure aspettate gli altri che comprano souvenir... ma siete sempre più lunghi di loro. E poi vi attenderanno con più o meno pazienti soffi.

A memoria
Sì, l'avete vista quella scena, quel momento, quel tipo. Avete preso appunti, o foto al cellulare... poi ricostruite a memoria. Che molte cose non c'è il tempo e il modo di ritrarle dal vero. Se sono da foto è un lavoro mentale di pulizia, se a memoria è rievocare la sensazione più del dettaglio. Anche questo è dal vero, ma meno di analisi.
Qualche volta la scena non è un flash... è una vera storia.
 Allora dobbiamo chiudercela dentro bene per poi raccontarla, magari in una sola immagine, questa era proprio a Napoli:

Poi ci sono altri disegni, quelli che rappresentano solo il sentire dentro... è un'altra storia.

Se guardate qua potete sapere (forse, ché la pioggia ci terrà sotto a teloni, gallerie, archi...) dove trovarci in giro, quartieri spagnoli e quant'altro.

lunedì 21 maggio 2012

Disegnare dal vero - 2^ puntata

Dalle ultime classi elementari, passiamo alla seconda o forse terza media, direi l'inizio della terza...
Dopo quella bottiglia in prima media e poco altro, il disegno dal vero (e non dal vetro) era scomparso. Imparammo un po' di prospettiva (ma quasi nulla) a disegnare con la musica ecc ecc... bene. Io disegnavo sempre per diletto, mio e delle mie compagne di classe, tante figurine.
Fino all'anno prima, abbandonata la Barbie, ci si divertiva a inventare storie con certe bambole di carta assai modaiole, con lunghi capelli anni 60, maxi, mini, stivali, ponchos, tutto quello che faceva moda ultimissima. Le disegnava, con tutti gli abiti intercambiabili, mia sorella. Poi ne facevo alcune io, in aggiunta.
M., compagna di classe ambiziosetta, che conoscevo già dai tempi delle elementari, era snella e sosteneva d'aver occhi verdi e gialli che cambiavano col cielo... forse sì, io li trovavo un poco gonfi, ma poi i maschi ci sbavarono dietro, dunque mi sbagliavo.
A volte giocava che ci facessimo il ritratto, a me quello che lei mi faceva non piaceva.
Non mi piaceva nemmeno, da più piccola, quelli che provava a farmi mio papà, che aveva mano per il disegno, ma non era pittore e i bimbi son difficili.

Insomma con M. si giocava a disegnare, a volte, e una volta mi chiese di farle il ritratto. Della faccia, ma anche poi della figura.
Si mise in posa, paziente, e io disegnai attenta.
Considerato che non copiavo mai dal vero, che avevo 12 anni e che disegnavo bene le figure (per la mia età), ma stilizzate e fantastiche, il risultato fu molto buono.

Poi M. disse di ritrarle solo le gambe e in posizione diritta, che voleva sapere come fossero e si sollevò un poco la gonna perché avessi agio di copiarle.
Voglio ricordare che le foto esistevano ;) e che certo le sue gambe, tra specchi e foto le poteva rimirare in chiave molto più "reale"...
Disegnai.

Le guardò e mi chiese: ma sono proprio così belle? Proprio così?
Allora dissi: aspetta!
E le copiai più fedelmente.
Ma ero incazzata. Sottilmente incazzata.
Accentuai ossa e vuoti, ma non troppo, fui fedele (non sapevo non esserlo).
In realtà fui più realistica e "brava".


Alla fine fu comunque contenta, credo.

Ma  a parte l'esibizionismo (che altro poteva essere, questo farsi disegnare, guardare e disegnare, da me?) di M. io allora disegnai dal vero e bene, o almeno meglio di quanto avessi mai fatto.
Mossa da incazzatura, da spregio, da "odio".
L'incazzarsi (come provare qualsiasi "sentimento") fa bene al disegno, la sfida crea sangue caldo, il sangue caldo genera il disegno che ha un senso.
Per finire cito Shakespeare:
«Non mangia che colombe l'amore, e ciò genera sangue caldo, e il sangue caldo genera caldi pensieri e i caldi pensieri generano calde azioni, e le calde azioni sono l'amore».
Il disegno è sempre sangue caldo, che sia tratto dal vero o no, ma le cose reali sono come colombe di cui si nutre il disegno, e il caldo disegno genera caldi pensieri...

Per questo mi sembra una bella cosa tutta questa gente nel mondo che ricomincia ad usare la matita, i pennarelli, gli acquerelli, quando viaggia, come i viaggiatori del 700 e 800. Non importa il risultato sia esatto, è il calore del sangue.
Abituati oggi a foto sempre più numerose (tanto non costa e si buttano), più veloci, tecnicamente corrette, ma meno studiate, come ricordi del viaggiatore, foto di qualità sempre più bassa (tanto son da vedere al computer, tanto è solo per ricordare ecc ecc) per cui basta anche un cellulare (bella cosa, eh, intendiamoci), oggi il recupero della lentezza, il fermarsi a guardare (invece che ingoiare attraverso un obiettivo quello che nemmeno abbiamo visto a occhio nudo), a ritrarre su carta, a scegliere l'immagine tra quelle che vediamo, mi pare importante.
La scoperta della lentezza (e il recupero del tempo) è fondamentale nella vita. Rimando anche a questo libro, se lo trovate ancora...
Ma tornando al disegnare, disegnare la vita e le cose attorno...
C'è chi verrà a farlo assieme a Napoli (da giovedì sera a domenica), con Simonetta Capecchi, Caroline Peyron e me, qui le info per sapere e per iscriversi...
Di come feci fatica poi a disegnare gli spazi, e di come sempre mi incuriosirono le persone, magari ne parliamo più avanti. Soprattutto se qualche disegnatore en plein air mi dice (e mostra) la sua.

venerdì 11 maggio 2012

DISEGNARE DAL VERO (e un caffè)

Volevo continuare con i ricordi... il mio primo disegno dal vero fatto volontariamente... è ancora ottimo! Cioè non sono migliorata molto dai 12 anni... ma devo prendere un treno e non ho tempo di raccontarvelo...
così, ecco il mio disegno di ieri per caffè a colazione.
Quando disegniamo le persone normali, in mezzo scopriamo personaggi, possibili eroi, deliri e fantasie. Nella realtà.

martedì 8 maggio 2012

Caffè e cuochi

vedo che aggiorna un po' male nel colonnino....
leggetevi questo grande ritorno del mio io culinario: http://cookandcomicbook.blogspot.it/2012/05/volte-ritornano.html

e poi orripilatevi per il visitatore nel cortile dello studio... (anche questo è disegno dal vero, cazzo, ho avvelenato la prima pantegana dal muso carino e dal pelo morbido.. ma enorme!)

domenica 6 maggio 2012

DISEGNARE DAL VERO – 1^ puntata


Mi ricordo, ero in quinta elementare.
(chissà se questa storia l'ho già scritta altrove, e sono rincoglionita). Per la prima volta (e unica) ci dissero:
domani disegnate dal vero. Perciò portatevi da casa una cosa che vi piace disegnare.
qui però ne ho 8 di anni...

Rientrai e raccontai a casa il compito: Devo far un disegno de copia dal vero! (a casa si parlava dialetto e nulla privò del mio linguaggio, se non, per vari anni, una lotta con le doppie).
La signora delle pulizie, che era anche una vicina di casa, con una figlia più o meno della mia età, con cui giocavo ogni tanto in corte, mi disse: Lauretta, gò mi na roba belissima, te la porto dopo, ti vedarà!
Scusate se lo scrivo male il mio pseudo-veneziano, ma i dialetti scritti sono un casino.
Venne la sera, portando un uccello di vetro, con una lunga coda, aveva dei colori gialli e rossi, dentro la superficie trasparente. Potrei disegnarvelo qua ora, da tanto lo ricordo!
Una cosa non troppo bella, ma soprattutto difficilissima da copiare: il vetro trasparente, le forme sfuggenti…
Solo nel pomeriggio del giorno dopo, tornando dopo l’impervio lavoro di copia del vero… e sì! Capii, parlando con mia mamma, perché mi aveva dato la statua difficile: “vero” è "vetro" in veneziano…

Copiare dal vero è una cosa strana e difficile, che non ho mai imparato del tutto, perché imparata troppo tardi.
Eppure la copia dal vero è fondamentale. E il vetro c’entra anche un po’, ma non come oggetto della copia, come attraversamento.

In prima media il professore di disegno ci fece copiare dal vero! (anche questa volta si trattava di vetro – ehehe – ma era una classica bottiglia).
Per spiegarci meglio che fosse la visione e la proiezione sul piano visivo, staccò una parte di finestra, telaio e vetro, e ci fece vedere che con un occhio chiuso, sul vetro, cole gesso, a ricalco si poteva disegnare la bottiglia.
C’è del vero, dunque, che nella copia dal vero anche il vetro conta…
Poi io disegnai la bottiglia come la sapevo, e lì il prof. Penzo mi fece capire la differenza fra preconcetto e visione: ero posizionata più in basso del punto d’appoggio, avevo disegnato l’idea di bottiglia!

E tutto questo, come mia prima puntata autobiografica, mi è cominciato a tornare in mente perché la copia dal vero, che oggi è tornata nelle strade, nei viaggi, sulle moleskine da infilare in tasca assieme al pennarello o agli acquerelli, la copia dal vero per una volta la insegno (fuori dai corsi di fumetto che tengo dal vero o online). 
Mi ci dedico tutti i giorni o quasi, con caffè a colazione, che non sempre è dal vero, a volte è ricordo, o fantasia.
Disegno di realtà, più ancora che dal vero. Non solo studio e documentazione, ma ricordo e pensiero sulle cose che vediamo.
disegnare caffè a colazione nelle osterie di Madrid è assai piacevole

È un’idea di Simo Capecchi (QUI scoprite tutto nel dettaglio). 

Lei “architetta” queste belle cose da fare in giro per il mondo con i suoi urban sketchers, e questa volta nella sua Napoli.
Simo conduce a guardare le strade, le case, gli elementi architettonici legati alla vita pulsante, a figure che passano, a anche a tetti, nuvole e vesuvi. Caroline Peyron fa esplorare il Museo Archeologico, meraviglia dei frammenti di statue come carne, di capitelli e vasi come storia. Io starò dove la gente è tanta. Un rubare dal vero (e senza vetri in mezzo), un fantasticare su quello che si vede. Mettersi in gioco. Guardare è solo il primo passo, meglio togliersi gli occhiali (sono di vetro).

P.S. il workshop è internazionale, siore e siori qui si parlano tutte le lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo… e anche napoletano e veneziano!