sabato 8 ottobre 2011

IL FUMETTO SI IMPARA?

Avevo 15 anni quando decisi di fare fumetti. Accadde in modo strano.
Quell'estate la passai in montagna con mio papà e un cugino, era morta mia mamma e mentre mia sorella andava al mare con le zie noi facemmo così.
Mio cugino era un po' più grande e voleva fare il giornalista, mi insegnò qualche accordo sulla chitarra e mi disse: Ma tu VUOI fare fumetti!
Io non lo sapevo, li facevo e basta.
Poi accadde che per questioni di università mia sorella avesse scritto a Hugo Pratt (sotto mia spinta interessata) per continuare una tesina molto apprezzata di filologia moderna sul linguaggio del fumetto (Topolino, Jacovitti e Pratt... era appena uscita sul CdP la Ballata del Mare Salato).
Così conobbi Pratt che mi incoraggiò sul disegno e si complimentò sul colore...

Negli anni successivi, completamente autodidatta combinai poco, anche se feci esercizi credo a oggi utili, Pratt mi sgridò dicendo che avevo fatto poco dopo tutte le sue lodi, questo circa due o 3 anni dopo.
A 19 anni cominciai a frequentare Milano, con una cartella sotto il braccio e suonando alle porte più disparate, da Einaudi e Linus, a editori di etichette di vini... gardavo sull'elenco, camminavo, e mangiavo panino sulle panchine dei parchetti.
disegno del dicembre 2008 da caffeacolazione.tumblr.com

Poi arrivò Ravoni con dei consigli, prima ancora Dino Battaglia che mi raccomandò (ma senza esiti) al corrierino, poi Linus e Ottaviano Editore.
Ma non è per raccontarvi i miei inizi. È per dire che facevo da sola, incontrando poi altri appassionati aspiranto, le ragazze con cui cominciare a fare Strix, per poi allontanarmene, o il gruppo milanese di Tettamanti, Mattotti, Uracchi... e altri a seguito. Poi venne Bernardi e Bologna e L'Isola Trovata e poi Storiestrisce e altro ancora.
Imparai da loro e da qualche consiglio di editore, ma era difficile, non c'era la soluzione, non c'era un modo di risolvere un problema o di disegnare una cosa. C'erano discussioni su dove andare, cosa dire e fare, e poi negazioni, non è bello, non rende, non funziona, non mi piace, non è coerente...

Allora nn esistevano scuole di fumetto. A Roma (ma non lo sapevo) cominciavano i corsi di Francesco Coniglio, ma era comunque già tardi, ormai mi ero tuffata.
Per anni poi ho insegnato, alla Scuola DEL Fumetto di Milano (di via Savona) e poi a quella del Castello, di Milano. Ho diretto degli stage di grandi autori al Castello di Ceri. E ora insegno allo IED di Roma.
Le scuole servono?

Non lo so.

Sono convinta che non siano indispensabili, ma che facciano bene sì. Tolgono tempi morti, possono evitare errori dati solo dal contatto editoriale (io sento che ne sono stata vittima, poco adatta a quel mondo). Permettono di ragionare con chi ha gli stesi interessi anche se non li abbiamo come vicini di casa.
Perché sì, Francesco Coniglio lo dice ogni tanto: se i Beatles non si fossero trovati insieme in quello spazio non sarebbero stati i Beatles.
La scuola aiuta chi non ha Paul McCartney come vicino di banco.
Perché è un modo meno parziale e ossessivo di conoscere l'editoria e le sue esigenze. Perché è un modo più morbido di prendere botte sui denti.
La scuola di fumetto o simili fa bene, non è indispensabile, ma è utile, può esserlo molto, e comunque è divertente.


Bene, tutto questo ora apparirà mera pubblicità, ma è qualcosa su cui penso spesso, da autrice e da insegnante e da editor. So che nessun titolo scolastico conta ASSOLUTAMENTE nulla, ma che le scuole fanno uscire molti autori (e altri sono autodidatti).

Ecco dove vado a parare: organizzo e gestisco dei corsi online per adulti e ragazzi, di fumetto e sceneggiatura. Assai democratici, aperti  tutte le età, questi corsi permettono a un prezzo ragionevole, di essere seguiti da persone che studiano, che lavorano, che abitano in paesini... cosa imparano? A scoprire di più il fumetto, a farne forse in un futuro, proseguendo da soli, una professione (poco redditizia ma una professione), a togliersi desideri sepolti, a divertirsi, a esprimersi, a diventare autori.

Poi ci sono questi incontri all'Auditorium di Roma, domani (domenica 9 ) si comincia con Leo Ortolani, l'autore di Rat-Man che ora ha anche scritto un libro sull'adozione di due bimbe e sulla sua dunque recente paternità.

Poi seguiranno Manara, Gipi, Staino... e altri.
Si impara da queste lezioni? Sì. Ma non la tecnica del fumetto, ma quel mistero che è dietro all'opera.
La cosa che accomuna dei corsi annuali con lezioni e compiti, e delle lezioni interviste con una grande platea sono il contatto stretto o meno con l'Autore. Egli sa.

ed è vero, non sa nulla, ma sa perché fa e perché ogni autore pensa a quello che fa, e se agisce anche istintivamente e con l'intuito artistico, altre volte ha pensato a cosa dire  e a come, a che cosa hanno fatto gli autori che ama (o che odia).
Incontrare Leo domani sarà una festa, perché uomo gentile, intelligente e divertente, ma sarà anche utile per dargli da una parte la sua misura di uomo e dall'altra quella di artista, un artista popolare, comunicativo e coerente, per capire che non è una grazia di dio la capacità artistica, ma uno sforzo che parte da dentro e che potremmo scoprire in noi anche senza voler arrivare alla fama e alla fortuna.

Andare a scuola fa bene, se non è la scuola italiana che sempre più viene mortificata e schiacciata, ma di questo mi piacerebbe riparlare.

6 commenti:

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  2. le scuole servono se sono buone.
    la tua lo è.
    buon inizio anche quest'anno.

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  3. grazie Marcella, spero che qualche lezione di illustrazione la farai... :) pensa che tutti i ragazzi iscritti (quasi tutti, ovviamente) vogliono fare il secondo anno e sono nate anche belle amicizie... :) la scuola non è solo quella di Pinocchio e dello Stato Italiano (dove i buoni insegnanti faticano con sudore e sangue).

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  4. ah, piccola annotazione... bellissima la lezione-incontro di Leo, non si impara a disegnare, ma a come porsi davanti a questa passione e a questo lavoro... grazie Leo!

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  5. si, condivido. Leo Ortalonai ha raccontato il suo percorso, episodi , sensazioni personali, scelte, delusioni. Non come fare fumetti, o almeno non solo, ma soprattutto come fare il fumettista.
    bella persona oltre che grande autore.

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  6. @Dormomale, sì, Leo è davvero una bella persona, e un autore unico... spero arrivi nei prossimi corsi di fumetto... ci sta curiosando, però ha tantissimo da fare :)

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