martedì 4 ottobre 2011

MENU, ASSOCIATION, fratture... e il tempo che passa

Per sapere tutto quello che dice Menu sulla sua nuova casa editrice e su tutta la storia, ecco la versione francese... in parte la tradurrò.
Ma questo post parla anche un po' di amicizie che finiscono.



Intanto mi piace ricordare come conobbi l'Association. Era la mia prima volta ad Angouleme, dunque una ventina d'anni fa. All'epoca l'Association aveva un paio d'anni forse. E stava iniziando a fare i primi Patte de mouche, collana piccolina. Erano stati ospiti alla lungimirante Treviso Comics di Silvano Mezzavilla e lì avevano espresso ammirazione per i primi fumetti di Lorenzo Sartori , di cui in rete ora trovate solo il fumetto fatto attualmente per Focus Junior (assieme a Giorgio Pellizzari ). All'epoca stavo con Lorenzo e così ad Angouleme andammo assieme a trovare i ragazzi Associés.
Conobbi allora soprattutto Menu e Trondheim , poi anche David B.  , ma non subito. Entrambi erano persone curiose, piacevoli e piene di entusiasmo, ma anche con le idee ben chiare. Non si accontentavano di qualsiasi cosa. 
Negli anni continuai ad essere adhérent e abbonata, così collezionai figurine (che un giorno vi farò vedere e sbaverete), cartoline e altre meraviglie, continuai anche ad avere un saltuario rapporto con loro alla fiera francese (per inciso Lorenzo pubblicò poi un bel Patte de mouche), sempre più spesso era Menu quello costantemente in prima linea, allo stand e in tutti i sensi, fu lui anche quello che mi spiegò che la mia storia, proposta per il 2000, non era stata accettata in quanto simile a un'altra. Gradii la spiegazione.
Menu lo pubblicò Coniglio su Blue anni fa, si trattava di un articolo che affrontava con la sua solita ferocia fredda e analitica il fumetto. Il vecchio fumetto e quello nuovo. Menu era il teorico e il portavoce. 
Menu certamente è diventato il capoccia di un gruppo in cui non c'era più la stessa costante presenza di tutti, perché alcuni autori avevano successo, pubblicavano altrove  e a volte tanto (come Trondheim), ma questa non era una novità, accadeva anche prima, e Stanislas era da sempre fondatore con una sua vita più esterna, eppure unito e fondamentale.
Negli anni le cose si sono inasprite, gelosia di Menu per il successo degli altri, o incazzatura data dalla sua purezza, per le mediazioni con un mondo che non riconosceva? Alcol e divorzi, o idee diverse? E chi restava a lavorare dentro?
Ma essere quello che fa di più dà motivo di comandare? di imporsi?

Conosco abbastanza David B., sebbene non in modo approfondito, ho pubblicato e stimo Trondheim, amo gli altri 3 autori e so che sono bravi e intelligenti. A un certo punto Menu, dopo polemiche e anche dopo una grave crisi editoriale, viene estromesso. 
Ma questo è la fine de l'Association, qualsiasi cosa le capiti. 
Hanno sicuramente ragione gli altri, una casa editrice di un gruppo non è la casa editrice di uno. E se le idee, i punti di vista, le cose cambiano? Si evolvono o si tradisce?

Amo Menu, Trondheim, David, amo anche Stanislas, Killoffer e sebbene un po' meno pure Mattt Konture .
Trondheim visto da Berberian

Killofer e Trondheim visti da killofer

E so che ognuno ha ragione dal suo punto di vista.
Che le cose non potevano che andare così.
Che l'Association, gruppo che ha cambiato davvero il fumetto in Francia e fuori, con l'azione del gruppo, ma anche che i fumetti di ognuno al di fuori della casa editrice, l'Association è finita. Perché le cose non sono eterne, perché 21 anni sono tanti, perché la libertà e la rivoluzione devono accettare questa condizione loro interna, si cambia, si cresce, si invecchia, si migliora, ci si deteriora, si scelgono strade diverse. 
L'Association, salvata per un po' dal fenomeno Satrapi, ha sofferto anche la crisi editoriale ed economica di questi tempi, hanno venduto originali, gli autori, per tirar su soldi e pagare impiegati che avevano fatto blocco. E ora? 
Ora si annuncia l'apertura del sito a metà novembre.
Intanto il blog  spiega che c'è un comitato di lettura composto da: rançois Ayroles, Alex Baladi, David B., Jochen Gerner, Mattt Konture, Killoffer, Etienne Lécroart, Mokeit, Jérôme Mulot et Florent Ruppert
 Lewis Trondheim, che scrive il post più recente ed esplicativo è fuori dal comitato  per non creare ambiguità con il suo ruolo in Delcourt, ma resta membro associato. Vedo che manca Stanislas e che ci sono altri nuovi (ma di vecchia data) nomi di autori.
Due note. I codici a barre, che Menu ha lottato perché fossero stampati su adesivi riposizionabili, per questioni economiche saranno stampati sulle copertina (in quarta ovviamente).
Il blog non è aperto ai commenti, perché agli associati gliene frega assai dei mille commentini anonimi dei blog marcescenti (C’est sans doute parce que nous n’avons que faire des mdr et des lol de zozo35 ou de thorgal46. Et que les invitations à aller lire des blogs pourris ne nous intéressent guère plus.) , ma basta scrivere alla mail lhydre@lassociation.fr per partecipare alla discussione e al confronto. 

Ecco, aspetto con il cuore che batte di sapere che succederà alla mia cara Association, ma confesso che da anni Lapin (la loro prestigiosa rivista) era diventata per me costosa rispetto ai contenuti che amavo di meno, per poca presenza dei 6 "capi".

E passiamo a Menu, creatura assatanata, certo, con una visone troppo pura e forse distorta, l'ostinazione per i codici a barre, l'aver rifiutato Cronache Birmane di Delisle (autore che ho conosciuto proprio sulle pagine di lapin, 20 anni fa) la dicono lunga. Ma Menu è stato anche quello che stava lì, stava lì e teorizzava. 

Oggi alza la testa e si muove solo, fa una sua casa editrice APOCALYPSE, di questi tempi non riesco a prevedergli un lungo futuro, ma per questo credo che il primo libro glielo comprerò, per la sua ostinazione alla lotta.
Gli lascio la parola:
«Constatato che da quel momento mi era impossibile occuparmi del funzionamento dell'Association come facevo da solo da più di 5 anni, ho dato le mie dimissioni, dopo un plebiscito (...) lasciandomi alle spalle un'Utopia editoriale di 21 anni, di cui tutti sanno che sono io l'origine, e che l'ho portata a braccio per questi anni, contro venti e mareggiate...».

e parla della sua nuova casa editrice:

«Si chiamerà L'Apocalypse. Un nome che era il titolo evocato e poi abbandonato (perché faceva paura) per una rivista di Futuropolis nel 1990 (...) lavorerò con Etienne Robal, fondatore delle Edizioni Futuropolis (il solo e l'unico).» Ne vedremo le opere nel 2012 (anno adatto per una casa editrice con questo nome).
«pubblicherà fumetti, ma anche libri di disegno, testi, libri-oggetto e ogni tipo d'opera». «In questo senso assomiglierà alle mie prime aspirazioni polimorfe che non ha potuto essere L'Association  (...) il cui statuto che avevo redatto parlava nel 1990 di "cancellare le sbarre tra i diversi generi d'espressione“. L'Apocalypse sarà Rock'n'roll e sotto il segno del doppio».

Alla ricerca di una nuova avanguardia senza mediazioni "democratiche" con altri autori.

Ecco, di tutto questo mi rendo conto che è un flusso naturale, che forse entrambe queste case editrici non avranno 21 anni di vita davanti, ma solo dietro, e però spero che diventino due strade stimolanti, innovative e forti.
e spero che questi autori che amo, ora lontani, non si scannino. Dimostrino sempre la loro classe, anche nella lotta e nel contrasto più aspro. Le amicizie si frantumano per ideologie e passioni e lavoro, ma se da questi scontri e strappi nascono case editrici, fumetti, idee più libere, sarà la libertà della crescita e del tempo.

Buona avventura Association e Apocalypse... due nomi opposti, uno che unisce, l'altro dirompente, eppure sono certa, farete sempre buon fumetto. 

2 commenti:

  1. Grazie della ricostruzione, ho sempre amato l'Association ma non ho mai saputo della sua Genesi. Non hai citato Sfar: è sempre stato ai margini o ha avuto anche lui un ruolo centrale? In bocca al lupo a tutti, ovviamente. E vedrò di recuperare Menu, non ho mai letto niente di suo.

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  2. @ilGiack, tu sei sempre uno attento e acuto, l'Association è stata davvero fondamentale nel suo sviluppo, verso il fumetto che cambiava. Autori hanno fatto cose mai fatte prima, ma, quello che apprezzavo, era che lo facevano restando molto leggibili, anche leggeri a volte, mai noiosi. Sfar non mi pare ci fosse nel gruppo base, così come Dupuis e Berberian e altri, è stato un loro autore e amico, come Ayroles che ora è invece nel gruppo. Spero di non sbagliarmi. Menu non credo che tu lo possa trovare in italiano, mentre mi fa piacere ricordare che i primi a pubblicare Trondheim furono il miei amici milano-cremonesi di Rasputin (che pubblicarono anche Baudoin e Néaud, nomi importanti, fondamentali... dopo).

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