venerdì 23 dicembre 2011

«Una ROSA è UNA ROSA, è UNA ROSA»...

...Come scrisse Gertrude Stein (potete andare a Parigi e aspettare mezzanotte per chiederglielo, secondo Woody Allen).
Ma anche, come disse Giulietta a Romeo: "Lascia il tuo nome! Che cos'è un nome? La rosa avrebbe il suo profumo anche se non si chiamasse rosa...".

E il fumetto?

Già anni fa, quando la parola graphic novel era americana e si usava solo come citazione, quando in Francia cominciavano a parlare di roman-bédé (romanzo a fumetti), e quando Ivo Milazzo aveva appena cominciato la sua battaglia per il diritto d'autore, per una regolamentazione legale, per un riconoscimento al disegnatore dei medesimi diritti dello sceneggiatore in quanto creatore di fumetti. Già allora, lo stesso Milazzo (di cui qui posto il biglietto augurale arrivatomi oggi), contestava la parola fumetto, dicendola brutta, parola che vuol dir cosa basa, da ragazzini, di poco conto...

Lo contestavamo, noi altri disegnatori riuniti: "fumetto è una parola bella!" non bisogna vergognarsene, anzi, innalziamola... seee

Arrivò il graphic novel.
E tutti i fumettisti, da quelli più autoriali come Mattotti a quelli più popolari come Marco Soldi, odiacchiano sto graphic novel... la parola. I contenuti si sa, dipende se ti piace quello che leggi.

Igort ha scritto di recente che la potenza di questa parola fa vendere (sto semplificando, eh) più graphic novel che fumetto seriale in USA.
Dubbi in merito, ma il concetto mi interessa.
Su Face Book ne abbiamo commentato e Antonio Solinas ha fatto notare come al solito si fa confusione. Le raccolte in volume dei fumetti di supereroi, che vengono etichettate come GN, non sono narrazioni lunghe compiute. E anche quando non lo sono, sono basate sui personaggi.
In questa lista, di GN "vera" c'e solo Habibi, per dire.
 
Ma è da tempo che lo sappiamo che se vogliamo uscire dal pubblico fumettomane e allargarlo, dobbiamo usare la parola GN. Ricordo (era da poco uscito Persepolis), a una serata di gente colta e buffa, collezionisti di cartoline, studiosi, artistoidi "Ah, ti occupi di fumetti! Be', c' la Satrapi che è bravissima..." Il salto non so se era arrivato con la GN, ma con il libro, con un segno anti-fumetto-classico, con l'evoluzione che c'è.
Usiamolo GN sebbene sia una minchiata a volte, usiamolo bene e non diciamo che tutto quello che è un librotto che supera le 24 pagine è GN altrimenti siamo rovinati. Ma scegliere per "qualità" è impossibile, che è meno "romanzo" un libraccio super-pulp rosa, che Guerra e Pace? Lo sono entrambi.

Ne risulta un discorso simile anche nell'intervista che ho fatto a Milo Manara (che uscirà sul prossimo Scuola di Fumetto): 

« Commercialmente il fumetto è come la musica oppure la letteratura, tra un libro di Susanna Tamaro o un libro di Tolstoj non c’è nessuna differenza di prezzo (non di valore artistico), tra un disco, un CD di Beethoven oppure di Jovanotti costano più o meno uguale. La stessa cosa avviene nel fumetto, mentre nell’arte figurativa il prezzo di un quadro di Picasso non ha paragone con il prezzo del quadro di un mio amico pittore che si chiama Ludovico. Nel fumetto le cose sono dichiarate, c’è un prezzo di copertina che è un prezzo più o meno analogo ai prezzi dei libri e l’autore può contare, diciamo, su più o meno il 10% del prezzo di copertina. Quindi le cose sono molto più chiare, più nitide, più oneste e io mi ci trovavo molto più a mio agio. Se vendi molti libri e guadagni abbastanza bene, se non vendi libri cambia mestiere».

Poi magari inseriamoci dentro il FUMETTO quando parliamo (per forza, non potete evitarlo se parlate a questo nuovo pubblico, l'hanno ormai educato così): "Sì, bello questo graphic novel, è un grande fumettista questo. Ho letto anche un altro fumetto che ti piacerà se ami questo..." ecco, mescoliamoli, facciamo un po' di confusione. Ma libri, racconti e romanzi hanno i loro nomi, perciò non spaventiamoci troppo del famigerato GN. 
La rosa avrebbe il suo profumo anche se non si chiamasse rosa, ma se vado dal fioraio chiedo la rosa e la pago per rosa (e non spacciamo un tulipano per rosa, anche se bello).
E una rosa è una rosa, è una rosa.
Un graphic novel è un fumetto, è un fumetto, è un graphic novel.
Ma soprattutto faccaimo che un bel fumetto sia un bel fumetto, un bel graphic novel sia un bel graphica novel. E profumino come una rosa fresca.

Le parole sono importanti.
Mi piacerebbe sapere che potrebbe pensarne Nanni Moretti.

Vi saluto con gli auguri di un grande autore, Vittorio Giardino, che ha fatto graphic novel quando si chiamava fumetto... o no?

5 commenti:

  1. Due tre giorni fa ho girottolato per La Feltrinelli e ho scartabellato molte GN. E nessuna mi ha preso, nessuna mi ha strizzato l'occhiolino e mi ha sussurrato "Comperami!"
    Sono uscito mogio mogio dalla libreria e mi sono detto che "stavo invecchiando". Arrivato a casa mi sono letto un Cavazzano su Topolino. Preferisco ancora i fumetti alle GN.
    Un fumetto è un fumetto è un fumetto.

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  2. Amusant : je rentre à l'instant-même de l'expo au Grand Palais !

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  3. @Corrierino, vero che molti GN non sono attraenti, ma confesso che non riesco a leggere Topolino, nememno Cavazzano... ti canterò "Non ho l'età, non ho l'età per.... Topolinooooo, non ho letta, per gordermi certi fuemtti....! ;)
    @Totoche, quest'ce qu'il ya au grand Palais? l'expo de jeux viedo je crois... hereux, tu es à Paris!

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  4. meraviglia! voglia di salire... Paris me manque un peux...

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