Che bello, José Muñoz a Roma questa domenica. Lo spiego qua, nel blog di ComicOut.
Le cose coincidono sempre e odiosamente. Devo diventare una santa, e ottenner il dono dell'ubiquità.
Venerdì e sabato dunque sarò a Milano per Caroomics, Domenica mattina piglio il treno per arrivare in tempo all'Aiuditorium, fare anche un'intervista, magari berci un bicchiere assieme.
Perchè con Josè, beh, forse dire amici è esagerato, gli amici non ci mettono secoli a vedersi, ma ci conoscevamo bene, e ogni tanto ci incontriamo nei luoghi più disparati (ma in genere fumettistici).
conoscevo Muñoz quando era quasi sempre con Sampayo e d erano quasi così, poco più...
Prima però lo avevo letto... mi ricordo bene Alack Sinner, quando diede scandalo su Linus perché si alzava e andava a fare la pipì... e si vedeva. seee, si vedeva... ecco qua:
D'altra parte José si ritrasse pure lui a pisciare, ma più discreto ancora :)
Erano gli anni neri dell'Argentina, quelli. Muñoz e Sampayo non erano gli unici argentini, Milano ne era popolata. Ma i più meravigliosi a fumettare (e sì che l'Argentina ne è sempre stata colma, di grandi disegnatori) erano proprio loro due.
Poi si sono separati, solo perché la vita è così, si cambia. Ognuno faceva con altri, ma ne perdeva un poco.... credo gli mancasse la sua metà. Poi l'evoluzione è proseguita e la ferita si è rimarginata.
mi ricordo quegli anni. José disegnò (a colori) una storia milanese, sulla Milano che spariva e la Magolfa.
Ci torna al colore, e di solito sono tinte acide, accostate al nero del tratto.
Ma è indubbio che che la sua tinta è il nero.
L'avrà imparato da Pratt. Ha frequentato (mi pare, glie ne chiederò approfonditamente, domenica) la esquela Panamericana. Da Pratt e dai maestri di Pratt ha imparato molto.
Basta guardare questa sua vecchia tavola, dove ancora il suo tratto non si è fatto preciso, ma già striscia sotto le linee più canoniche.
Pochi anni fa (non così pochi ahimè) ero passata nella sua casa milanese (ma già abitava di più a Parigi) e ha donato la pubblciazione di un disegno per Terre di Mezzo, era sui sans papier... e la meraviglia era aprire la cassettiera enorme di metallo, da molto professionale da disegnatore, e vederne uscire mille foglietti disordinati, mal ritagliati, anche un po'stroppicciati, ma tutti di una bellezza folgorante. E ricordo quel pomeriggio luminoso, la casa bianca e quei segni neri che scaturivano senza fine, da ubriacarcisi.
Muñoz non si è mai fermato. Ha passato periodi quasi astratti, ha raggelato il segno ai tempi di Valvoline, ha accentato il grottesco. Muñoz cambia. Per questo ho voglia di incontratlo domenica, per trovare le differenze. Ma so che su una cosa non cambia. La sua natura, ironico, flemmatico e politicamente sempre acceso, José è sempre attento a quello che accade intorno, pronto a incazzarsi, a lottare, e anche a condividere speranze con i ragazzi dei centri sociali, con gli autori sperimentali, con i giovani. Per questo so che sarà una bella lezione.
(chi è a Roma venga e poi non si perda Baudoin il 1° aprile... chi è a Milano può vedere le sue opere nella mostra Encres alla galeria Nuages)
bello sentirti così appassionata
RispondiEliminaRoma è improponibile, aspetterò di vederlo qui in rete... Fagli un applauso da parte mia.
RispondiEliminaci sarà l'audio della lezione , come per le altre, sul sito dell'Auditorium?
RispondiEliminaquanto mi farebbe piacere esserci
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