martedì 17 aprile 2012

avrei tante cose...

...di cui parlare, sui fumetti. Ma niente tempo. 
Così metto un'immagine rubata da un muro di osteria Bolognese, non da me rubata, io rubo ai ladri... di questi tempi rubare si usa molto e questo furtino di immagine almeno rende tutti più ricchi.

Quando c'era Bonvi e quando pirleggiava con Castelli (il quale è sempre pirla, baserà leggere l'intervista su Scuola di Fumetto che esce tra 10 giorni, in occasione del compleanno di Martin Mystère). 
Bonvi invece lo conobbi in un solo modo, di sfuggita, alla mia prima Lucca, prima di fare fumetti.
La sua faccia mi era nota dal Corriere dei Ragazzi, caricature e forse qualche foto, chissà.
Ero andata per la prima volta, e c'erano le premiazioni al Teatro del Giglio, ma erano a inviti e io stavo fuori un po' scema, aspettavo magari di vedere Pratt, che conoscevo bene... e vidi arrivare Bonvi con una bella stangona per ogni braccio (e ne aveva solo due, sennò le bellezze sarebbero state di più).
Lo bloccai, mentre entrava a grandi passi, dissi: "non ho l'ingresso e vorrei entra..." non finii nemmeno la frase, disse "vieni", poi entrò con ele due alte e grandi fighe e la botola, uralando ai portieri: "sono tutti con me!" e lì entrai in Lucca davvero.

4 commenti:

  1. quindi una volta fare fumetto non era da sfigati? Scherzo. Bel ricordo Laura, è bello pensare a un fumettista (ancor di più se) italiano come una rockstar. Ma si sà, il rock è morto, il fumetto invece non morirà mai.

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  2. eheh! Hai ragione! Mi sa che certi autori cuccavano allora e anche oggi... altri invece... non so se pareva una rockstar, ma era allegro e si divertiva, in più era piuttosto figaccione e dunque... Lucca a quei tempi era quando poi cantavno tutta notte, e Pratt con la chitarra, ma io ero ancora fuori dal giro dell'hotel Universo. Ora ci sono feste, e io son vecchia e non ci vado... forse dovrei rivedere com'è, chissà.
    Sono con te, il fumetto non morirà (ancora per un bel po')... :)

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  3. Questo è invece il mio ricordo di Bonvi. Mostra di Roma. Passeggiava tra gli stand con una bottiglia di Ferrari in un sacchetto da pane. Lo chiamai timidamente. "sig. Bonvicini" - dissi. Mi investì con una serie indicibile di insulti, dalla sua bocca vedevo uscire teste di morte, candelotti di dinamite esplosioni ed ogni sorta di insulto. Intimorito ed estasiato allo stesso tempo. Mentre urlava mi si avvicinò e mi sussurrò di raggiungerlo alla stand dell'esercito (quell'anno aveva fatto l'agenda per l'esercito). Allo stand trovai una persona completamente diversa, affabile e cordiale. Mi disse "la mia fama va alimentata" e, urlando ai malcapitati sergenti presenti allo stand, mi ha regalato, oltre all'agenda, delle stampe a tiratura limitata di un suo nuovo fumetto (una famiglia di STRONZI nel senso letterale della parola i cui figli si chiamavano CAINO E ABELE) fantastici e fantastico lui.

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  4. @Luca grazie, bellissimo ricordo che è tutto Bonvi, credo, spaccaballe e personaggio e persona gentile e generosa.
    Oh, ma ci sono altre persone che ne hanno qualche ricordo così, breve, da raccontare? Proviamoci...

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